10 settembre 2019 – Con 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astensioni, l’Assemblea ha approvato la mozione, presentata dai sen. Perilli (M5S), Marcucci (PD), Loredana De Petris (Misto-LeU) e Lanièce (Aut), che esprime la fiducia al Governo, udite le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio.
Si è svolta la discussione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio che, nella seduta di ieri, ha consegnato il testo delle dichiarazioni programmatiche. Vi hanno preso parte i sen. Gelsomina Vono, Virginia La Mura, Coltorti, Bianca Granato, Castaldi, Lomuti, Laura Bottici, Dell’Olio (M5S); Berardi, Perosino, Dal Mas, Fantetti, Paola Binetti, Damiani, Quagliarello, Gasparri, Cangini, Licia Ronzulli, Schifani (FI); De Falco, Paola Nugnes, Nencini, De Bonis, Liliana Segre, Emma Bonino, Monti (Misto); Stefano, Zanda, Giacobbe, Caterina Bini, Roberta Pinotti, Simona Malpezzi, Mirabelli (PD); Zaffini, Calandrini, Ruspandini, La Pietra, Daniela Garnero Santanché, Isabella Rauti, La Russa (FdI); Bagnai, Candiani, Lucia Borgonzoni, Salvini (L-SP); Elena Cattaneo, Bressa, Lanièce, Casini (Aut) e La Forgia (Misto-LeU).
Il centrodestra ha annunciato un’opposizione leale e senza sconti a un programma di decrescita felice, aumento delle imposte e svendita degli asset del Paese. Secondo le opposizioni il Presidente del Consiglio Conte, sostenuto da una maggioranza algebrica di forze eterogenee e minoritarie nel Paese, appare garante della continuità e dell’establishment, più che di un programma di cambiamento, ed è destinato a entrare rapidamente in una situazione di stallo. Il nuovo Esecutivo, nato con la benedizione di Bruxelles senza il vaglio elettorale, è espressione di trasformismo, opportunismo, ambizione personale e paura delle urne. Il M5S, nato come un movimento antisistema si è asserragliato nelle istituzioni e riporta al Governo il PD, sconfitto nelle ultime elezioni e accusato fin qui di essere il partito delle banche e di Bibbiano, del jobs act e della riforma Fornero. I senatori della nuova maggioranza hanno evidenziato la piena legittimità costituzionale e lo stile democratico del Governo, la vocazione riformista e ambientalista, il riposizionamento internazionale dell’Esecutivo, la sobrietà istituzionale e il respiro del programma, senza nascondere gli elementi di fragilità di un accordo che rischia di essere minato da due diverse concezioni della democrazia e dai contrasti interni ai partiti che lo sostengono. Il PD ha evidenziato gli elementi di discontinuità con il Governo precedente, M5S ha ribadito una concezione della politica come servizio e del governo come attuazione leale dei punti programmatici.
In replica il Presidente del Consiglio Conte ha ribadito l’impegno a contrastare il linguaggio violento e aggressivo diffuso nei social network; a investire nella scuola e nella conoscenza, potenziando la ricerca e migliorando il sistema del reclutamento attraverso un’Agenzia nazionale; a potenziare la filiera agroalimentare incidendo sul negoziato Pac per difendere le migliori pratiche agronomiche del Paese; a sostenere la domanda interna con interventi nei settori delle costruzioni e dell’automobile; a difendere l’export, a far crescere le piccole e medie imprese e a incentivare le prassi socialmente responsabili; a favorire l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile; a varare una manovra che sterilizzi gli aumenti dell’IVA e preveda un taglio del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori. Evidenziando inoltre la nomina di Gentiloni a commissario europeo agli affari economici, ha rinnovato l’impegno a cambiare le regole del Patto di stabilità per realizzare maggiori investimenti nelle periferie europee e nel continente africano, e a seguire una logica di pacchetto nell’ambito della riforma dell’unione bancaria. Sul tema della protezione dei minori, il Presidente del Consiglio ha affermato la necessità di istituire una banca dati per il censimento degli affidi; sul tema del suicidio medicalmente assistito, che non fa parte del programma di Governo, ha auspicato che il Parlamento intervenga per rafforzare le cure palliative e la formazione bioetica degli operatori sanitari. In tema di immigrazione, il Governo intensificherà la collaborazione con i Paesi di origine e di transito per contrastare l’immigrazione clandestina e lavorerà per modificare il regolamento di Dublino. Quanto al decreto sicurezza, il Governo raccoglierà le osservazioni del Presidente della Repubblica.
Nelle dichiarazioni di voto la sen. Unterberger (Aut) ha espresso apprezzamento per il profilo europeista del Governo e ha annunciato la fiducia precisando l’astensione di alcuni senatori del Gruppo delle Autonomie. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha annunciato con convinzione la fiducia, ritenendo che esista un sentire comune tra i Gruppi di maggioranza a partire dai valori della democrazia rappresentativa. Il programma di Governo non è una lista di punti, ma segna un cambio di passo: assegna un ruolo prioritario al tema della sostenibilità ambientale e sociale e alla tutela della sanità pubblica. Occorre segnare una discontinuità con logiche securitarie e reimpostare la questione dell’autonomia differenziata. Il sen. Ciriani (FdI) ha negato la fiducia a un Governo che non ha avuto la dignità e il coraggio di trasformare i 29 punti dell’intesa tra M5S e PD in un programma da sottoporre al voto degli italiani, un Governo ritenuto affidabile dai poteri forti per aumentare le tasse e aprire le porte all’immigrazione, un Governo politicamente scandaloso che segna la vittoria della spregiudicatezza. Il sen. Marcucci (PD), nell’annunciare fiducia a un Governoche nasce dal senso di responsabilità e rimette l’Italia al centro dell’Europa, ha accusato la Lega di aver privilegiato interessi di parte rispetto all’interesse nazionale e ha rilevato che le elezioni ci saranno nel momento in cui il Parlamento non sarà in grado di esprimere una maggioranza. Il sen. Romeo (L-SP), nel negare la fiducia, ha rilevato che il nuovo Governo di scopo, il cui collante è l’odio per Salvini, nasce ben prima della crisi di agosto: anticipato da ammiccamenti sulla vicenda russa, dalla volontà di bloccare la Lega, dalla decisione del Presidente del Consiglio di rinunciare a una manovra espansiva che è confermata oggi dalla scelta di un Ministro dell’economia che ha trattato il Fiscal compact, il bail in e il Mes. La sen. Bernini (FI) nel negare la fiducia si è complimentata con il Presidente del Consiglio, passato con disinvoltura in pochi giorni da un Governo sovranista di destra a un Governo statalista di sinistra. Il nuovo Governo, esito di un’operazione di palazzo, non è costituzionalmente illegittimo ma è un abuso politico rispetto al sentimento popolare, che teme la patrimoniale e non vuole l’Italia trasformata in un campo profughi. Il sen. Perilli (M5S) nell’annunciare la fiducia ha evidenziato che il popolo italiano non voleva la crisi di agosto, le cui ragioni non sono state ancora spiegate da Salvini il quale, dopo le elezioni europee, ha chiesto strumentalmente le elezioni. Il nuovo Governo nasce da un atto di responsabilità e verte su punti di programma irrinunciabili sui quali il Gruppo vigilerà. In dissenso dai rispettivi Gruppi, il sen. Richetti (PD) si è astenuto ritenendo che il Governo nasca su basi di convenienza e ambiguità; il sen. Paragone (M5S) si è astenuto ritenendo che un Governo sostenuto dal PD, garanzia di globalismo e fanatismo europeista, otterrà un po’ di flessibilità ma non cambierà le regole.