687 deputati hanno partecipato alla prima votazione speciale della plenaria per le misure urgenti sul COVID-19 |
I deputati hanno chiesto una maggiore solidarietà tra gli Stati membri |
Le misure a lungo termine dell’UE devono attenuare l’impatto economico e investire maggiormente nella ricerca |
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Quando avevamo bisogno di uno spirito “tutti per uno”, molti hanno fornito una risposta “solo per me”. Ma ora le cose stanno migliorando. La libera circolazione di beni e servizi è l’unico modo per far arrivare le forniture là dove sono necessarie. Mettere barriere tra di noi non ha senso! I cittadini europei si ricorderanno delle decisioni e delle azioni che prendiamo oggi”.
Esteban Gonzáles Pons (PPE, ES) ha dichiarato: “Abbiamo bisogno dell’Europa che ogni sera esce sui balconi per applaudire gli operatori sanitari”. Ha poi fatto eco alla Presidente della Commissione e ha chiesto che le risorse siano convogliate verso l’assistenza sanitaria locale e che sia garantito il libero flusso di attrezzature e beni medici. Ha poi chiesto il mantenimento dei sistemi politici, l’investimento nella ricerca e la solidarietà tra i leader europei il cui “spirito europeo sta fallendo”.
“Le decisioni di oggi non rappresentano che un primo passo”, ha affermato Javier Moreno Sánchez (S&D, ES), sottolineando la necessità di proporre anche delle misure quali un piano Marshall dell’UE, finanziato da un nuovo strumento comune europeo di debito, e un fondo europeo per la disoccupazione, per contribuire a mitigare le conseguenze economiche e sociali della crisi COVID-19.
“Se l’Europa si basa sulla solidarietà economica e monetaria, la solidarietà sanitaria è ancora più necessaria” ha dichiarato Dominique Riquet (Renew, FR), sostenendo i passi fatti contro i voli a vuoto, e affermando che le catene di fornitura ben organizzate sono i mezzi per stabilizzare l’Europa e combattere la malattia. “Voglio che questo aforisma si applichi all’Europa e ai suoi cittadini: ciò che non ci uccide ci renderà più forti”, ha concluso.
Nicolas Bay (ID, FR) ha criticato la risposta dell’UE: “Abbiamo una grande sfida e voi siete assenti. La Commissione europea ha messo a rischio gli europei. L’UE non è nemmeno in grado di coordinare le misure adottate dagli Stati membri. La crisi COVID-19 è un chiodo, forse l’ultimo, della bara di una burocrazia impotente”.
I ringraziamenti e la gratitudine non bastano, ha detto Ska Keller (Verdi/ALE, DE) che ha chiesto che gli aiuti siano estesi anche ai Balcani occidentali. I Verdi chiedono aiuto finanziario alle persone che hanno perso il loro reddito e, attraverso i “coronabond”, di garantire la stabilità dei Paesi dell’Unione Europea. Questi tempi straordinari “non sono un pretesto per minare i controlli e gli equilibri”: i governi devono rimanere sotto il controllo dei parlamenti nazionali.
Derk Jan Eppink (ECR, NL) ha proposto una diversa risposta pragmatica alla crisi, dichiarando come i nuovi eurobond o “coronabond” non sarebbero “un modo efficace per rivitalizzare l’economia europea”. “La gente ha urgente bisogno di denaro contante. Le banche centrali nazionali dovrebbero invece fornire crediti a tasso zero ai nostri cittadini e alle nostre imprese”, ha aggiunto.
“Un’Europa protettiva si prenderebbe cura dei suoi lavoratori essenziali. Piuttosto che applaudire i badanti, i cassieri, le persone da cui dipendono le nostre vite, aiutiamoli”, ha dichiarato Manon Aubry (GUE/NGL, FR), chiedendo che la produzione di attrezzature sanitarie sia condivisa e che sia messa in campo una strategia chiara e coordinata per eliminare l’isolamento.
Il Vicepresidente della Commissione, Maroš Šefčovič, ha chiuso la discussione rispondendo alle domande poste dai deputati durante il dibattito.