XVI Commissione della Camera dei Deputati
29 maggio 2019 – (Presidente Donato TOMA)
Premessa
“Better Regulation” (“Legiferare meglio”) è un impegno politico che la Commissione europea si è assunta da tempo, a partire dal dibattito lanciato nel 2001 con il Libro bianco sulla Governance. Da allora in poi, sono stati sviluppati procedure e strumenti volti a consentire che l’Ue legiferi solo quando è necessario e comporta un valore aggiunto, in modo efficiente ed efficace, aperto, partecipato e sulla base di elementi concreti. Gli strumenti della “Better regulation” sono le valutazioni (ex post), le valutazioni d’impatto (ex ante) e le consultazioni.
Contesto
Il presidente Juncker ha incluso la “Better regulation” tra le priorità politiche del suo mandato (priorità 10 “Cambiamento democratico”) con l’intento di rendere l’Unione europea più democratica e più vicina ai suoi cittadini. Per dare seguito a questa priorità, il 19 aprile 2015 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure e di strumenti che accompagnano l’Agenda dell’Ue per legiferare meglio. A conclusione del mandato, la Commissione europea ha deciso di fare un bilancio dell’utilizzo di strumenti e procedure per legiferare meglio previsti dall’Agenda.
Legiferare meglio: una “responsabilità condivisa”
Il messaggio – chiave che si coglie nella Comunicazione “Legiferare meglio: bilancio e perseveranza nell’impegno” è quello della “responsabilità condivisa”. Esso porta con sé la dimensione orizzontale (Istituzioni europee) e quella verticale (Ue, Stati membri, autorità regionali e locali) della Better regulation europea.
Su questo aspetto molto si può fare, sia dal livello europeo che dal livello locale e regionale.
- Per quanto riguarda l’Italia, sia le Regioni che gli Enti locali potrebbero svolgere un ruolo più attivo lungo tutto il ciclo delle politiche, utilizzando in modo “sinergico” gli spazi di partecipazione all’Unione europea previsti dalla legge 234 del 2012 e le opportunità offerte dalla “Better regulation” europea. Ciò consentirebbe di rafforzare l’azione di sistema e di creare maggiore ownership delle politiche, con benefici in termini di qualità della legislazione a tutti i livelli.
In particolare, nel quadro degli strumenti di partecipazione previsti dalla legge 234 del 2012, le Regioni e gli Enti locali potrebbero già ora cogliere gli spunti circa le opportunità di partecipazione che emergono dai lavori della Task force sulla sussidiarietà, in particolare:
- Contribuire alle valutazioni ex post della legislazione Ue vigente, condotte dalla Commissione europea, sulla base dell’esperienza applicativa a livello locale e regionale. Va in questa direzione, ad esempio, il progetto pilota RegHub, lanciato dal Comitato delle Regioni a fine 2018, che coinvolge 36 Regioni europee (9 delle quali sono italiane) in una sperimentazione volta a verificare come viene attuata in concreto la legislazione dell’Ue in tre settori normativi con forte impatto sul territorio – appalti, qualità dell’aria, servizi sanitari transfrontalieri.
- Contribuire alle valutazioni dell’impatto territoriale delle nuove proposte legislative della Commissione europea, tenendo presente le competenze applicative degli enti locali nonché, per quanto riguarda le Regioni, il loro diritto/dovere di recepimento.
- Per quanto riguarda le Regioni, proseguire sulla strada del controllo della sussidiarietà in cooperazione con il Parlamento e sulla base di una comune lettura del principio di sussidiarietà, utilizzando fin d’ora la griglia per l’esame della sussidiarietà e della proporzionalità proposta dalla Task force alla Commissione europea. Su questo aspetto le Regioni dovrebbero rafforzare gli strumenti di collaborazione e di raccordo tra Giunta e Consiglio regionale, in modo da rafforzare l’efficacia del contributo regionale alla fase ascendente.
- Per quanto riguarda il recepimento delle direttive, dovrebbe esserci un miglior coordinamento tra le Regioni ed il Governo, sulla base di condivisione di informazioni e di un calendario per l’implementazione, dell’estensione sistematica alle Regioni degli strumenti di supporto al recepimento previsti dalla Commissione europea in riferimento a singole direttive, di un’interpretazione condivisa delle procedure previste dalla legge 234 in ordine al recepimento.
- Una migliore azione di sistema, infine, andrebbe fatta, in occasione dell’esame del programma di lavoro della Commissione europea a livello nazionale e regionale. Molte Regioni svolgono già da tempo questa attività. Sarebbe utile individuare un momento di coordinamento con il Governo, in modo da individuare le priorità italiane tenendo conto delle priorità dei territori. Anche gli Enti locali dovrebbero essere coinvolti in questo esercizio.
- Infine, sulla base dell’esperienza applicativa delle procedure a livello regionale e locale, potrebbero essere predisposte delle linee guida “Better regulation” che supportino l’applicazione della legge 234 del 2012 a livello regionale e locale e che si ispirino alle Linee Guida della Commissione europea.
Tre gli elementi di supporto che servono per migliorare la partecipazione di Enti Locali e Regioni e, di conseguenza, per contribuire dal livello locale e regionale agli obiettivi comuni di Better regulation:
- Una migliore azione di comunicazione rispetto agli strumenti e agli spazi di partecipazione, tanto quelli offerti dalla Commissione europea nel quadro dell’Agenda Better regulation, quanto quelli previsti dal sistema italiano di partecipazione (legge 234 del 2012).
- Una maggiore visibilità dovrebbe essere data all’utilizzo e al seguito, in tutti le fasi del ciclo politico, tanto a livello europeo quanto nazionale, che viene dato ai contributi delle Regioni e dagli enti locali.
- La formazione dei funzionari e la formazione dei politici. Sul versante della formazione dei funzionari, la segreteria della Conferenza delle Regioni ha un’esperienza consolidata. Da sette anni propone infatti ai dirigenti e ai funzionari un programma di formazione annuale in materia europea, che prevede seminari, laboratori, dialoghi e alta formazione. A questo programma intervengono, in un’ottica di Peer to Peer learning e di networking, funzionari della Commissione europea e funzionari dell’amministrazione centrale, privilegiando l’aspetto pratico e di apprendimento dall’esperienza, oltre alla coerenza e alla condivisione delle conoscenze. Il programma di formazione annuale si è ispirato fin dall’inizio al programma Better regulation della Commissione europea, cogliendone la fondamentale dimensione multilivello. La segreteria della Conferenza partecipa inoltre come osservatore al progetto pilota RegHub del Comitato delle Regioni, per favorire il raccordo tra le Regioni italiane partecipanti e la successiva condivisione dei risultati e delle modalità operative tra tutte le Regioni italiane.
Conclusioni
Gli esiti del bilancio fatto dalla Commissione europea, mettono in evidenza aspetti positivi e spazi di miglioramento nell’utilizzo delle procedure e degli strumenti predisposti dall’Agenda del 2015. Questi interessano anche le Regioni e gli Enti locali.
Emerge infatti la necessità di un maggiore coinvolgimento degli stessi nelle consultazioni lungo tutto il ciclo delle politiche, nelle valutazioni d’impatto (ex ante) e nelle valutazioni (ex post) della legislazione vigente, per poter conseguire gli obiettivi di Better regulation.
La Better regulation ha dunque una sua dimensione multilivello che richiede consapevolezza, in tutte le Istituzioni e negli Stati membri, della necessità del contributo di tutti i livelli istituzionali per produrre politiche e leggi più efficienti ed efficaci.
Una considerazione conclusiva, infine, sugli obiettivi di Sviluppo sostenibile posti dall’Agenda 2030 dell’ONU.
“Better regulation” significa efficienza ed efficacia delle politiche, ossia sostenibilità delle decisioni, in termini economici, sociali e ambientali. E’ questa la responsabilità comune che unisce ora Enti locali, Regioni, Stati membri e Unione europea.