I Sindaci a Montecitorio – ‘Lo Stato dei beni Comuni’

I Sindaci nell’Aula di Montecitorio – ‘Lo Stato dei beni Comuni’ 

Il 22 febbraio alle ore 11, l’Aula della Camera dei deputati ha ospitato i sindaci e rappresentanti dell’Anci per l’evento “Lo Stato dei beni Comuni”. Ad aprire l’iniziativa il Presidente della Camera, Roberto Fico.

Dopo il saluto del Presidente Fico hanno preso la parola i sindaci Chiara Appendino (Torino), Giovanni Arena (Viterbo), Alessandro Canelli (Novara), Massimo Castelli (Cerignale, Pc – Coordinatore nazionale Piccoli Comuni Anci), Mario Conte (Treviso), Antonio Cozzolino (Civitavecchia), Alessandro Fucito (Presidente del consiglio comunale di Napoli e Coordinatore conferenza nazionale dei consigli comunali Anci), Francesco Italia (Siracusa), Dario Nardella (Firenze), Mario Occhiuto (Cosenza), Antonio Ruggiano (Todi), Manuela Sangiorgi (Imola) e Maria Scardellato (Oderzo, Tv).

Il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro  e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte hanno infine concluso la manifestazione.

SALUTO DEL  PRESIDENTE DELLA CAMERA ROBERTO FICO

“I Comuni sono l’avamposto delle istituzioni sul territorio. Sono gli enti locali a cui i cittadini si rivolgono in prima istanza per chiedere l’erogazione dei servizi essenziali e il soddisfacimento dei bisogni primari. La capacità dei sindaci e dei consigli comunali di rispondere alle richieste della popolazione è dunque decisiva affinché i cittadini abbiano fiducia nelle istituzioni”.  

“Si tratta di un compito delicato e difficile, reso ancor più gravoso negli ultimi anni dalla riduzione delle risorse umane e finanziarie a vostra disposizione. Credo che tutti dobbiamo esservi riconoscenti per l’impegno e la passione con cui ogni giorno governate i vostri territori”.
 . “E’ giunto il momento per riportare all’attenzione del Parlamento la necessità di un dibattito sullo statuto dei beni comuni e sulla valorizzazione e la tutela dei beni pubblici da parte delle amministrazioni competenti”, ha evidenziato.
Secondo il presidente della Camera, “i beni comuni potrebbero essere strumenti fondamentali per realizzare il compito che l’articolo 3 della Costituzione assegna alla Repubblica – di rimuovere quegli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. E certamente la definizione di un regime dei beni comuni  potrebbe rafforzare la tutela del paesaggio, del ‘patrimonio storico e artistico della Nazione’, dell’ambiente e delle risorse naturali, prevista dall’articolo 9 della nostra Carta”

   “C’e’ infine da considerare l’esigenza di attuare fino in fondo l’articolo 42 della Costituzione che, nel riconoscere che la proprietà è pubblica o privata, ne demanda alla legge i modi di acquisto e godimento nonché la fissazione dei relativi limiti ‘allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti’”. Da questo punto di vista   “l’ individuazione di una autonoma categoria di beni comuni – distinti da quelli pubblici e privati – potrebbe consentire anzitutto di meglio perseguire il principio di solidarietà sancito dall’articolo 2 della Costituzione, da intendersi anche e soprattutto quale obbligo di gestire e conservare tali beni nell’interesse delle generazioni future”.  

Sunto degli interventi dei Sindaci di Torino, Novara, Viterbo, Treviso  

Chiara Appendino Sindaco di Torino

“Una città può continuare a progredire, a svilupparsi, a individuare soluzioni per migliorare la qualità della vita puntando sulla risorsa più preziosa che abbiamo: la comunità, con le idee e la partecipazione di ogni singolo cittadino”.

Dai “patti di collaborazione di Co-City, fino al parco Michelotti, zona della che versava in stato di degrado e che, grazie a un percorso guidato, i cittadini hanno completamente ridisegnato attraverso un importante esercizio di partecipazione”. “Tuttavia per quanto diffuse esse siano, le strutture di partecipazione da sole non bastano là dove la motivazione a partecipare è bassa o limitata ad una cerchia ristretta. Per questo motivo è compito delle Amministrazioni coltivare questa motivazione, coinvolgendo i cittadini nelle scelte in modo reale, ampio, trasparente. Anche quando ciò porta a differenze di vedute”.

  Alessandro Canelli Sindaco di Novara

“I cittadini chiedono servizi sempre più efficaci ed efficienti. In questo senso i Comuni possono lavorare in collaborazione con gli enti e le associazioni del territorio, fette di comunità locale per gestire direttamente l’uso, il riuso e la cura di tanti beni pubblici che così diventano luoghi di aggregazione e rigenerazione.
“bisogna riattivare percorsi virtuosi di riappropriazione dei beni pubblici da parte dei cittadini, con manifestazioni di interesse da parte di associazioni, cittadini, come stiamo facendo per una vecchia caserma abbandonata che sta diventando un hub di sperimentazione sociale”.

Giovanni Arena Sindaco di Viterbo

Per realizzare la sua esperienza di gestione dei beni comuni, il sindaco di Viterbo ha invece deciso di puntare sulle giovani generazioni. “Perché ad esse si lascia un’eredità spesso di incommensurabile valore, anche civico; inoltre perché ad esse va offerta la possibilità di apprendere, di sensibilizzarsi, di educarsi alla tutela e alla valorizzazione dei beni comuni; e infine, e forse soprattutto, perché ai giovani va data fin da subito la possibilità di contribuire, di partecipare direttamente, affiancandosi alle istituzioni e alla collettività”. Il primo cittadino viterbese ha anche rivendicato il risultato raggiunto dalla sua città che, secondo uno studio Ispra, vanta il primato della qualità dell’aria a livello nazionale. “Anche questo bene immateriale è da considerarsi a tutti gli effetti patrimonio della nostra comunità”.

Massimo Castelli Sindaco di Cerignale

Rivolge un  sentito appello sulle condizioni di assoluta sofferenza delle piccole comunità.

“Con orgoglio indosso la fascia tricolore di sindaco di Cerignale, ma al braccio porto il lutto, perché voglio testimoniare in quest’aula che, ogni giorno, un piccolo paese della nostra Italia muore a causa dello spopolamento”. “I Beni comuni sono le acque, l’ambiente, le risorse naturali, l’Italia rurale dei borghi, degli alpeggi, l’Italia dei pastori sardi, che noi rischiamo di perdere per sempre”. Senza cittadini

non si tutelano i beni comuni, le acque, l’ambiente e i territori rurali. Se perdiamo questa Italia perdiamo pezzi identitari della Nazione”.

Mario Conte Sindaco di Treviso 

Ha auspicato che il governo dopo gli anni della cosiddetta spending review, torni a porre al centro i Comuni, enti realmente vicini alle istanze dei cittadini.     “è altrettanto importante che i Comuni capoluogo fungano non solo da ‘riassunto’ e vetrina delle eccellenze del territorio ma si pongano anche quali promotori delle buone pratiche utili per lo sviluppo, la semplificazione la sburocratizzazione”.   “soprattutto in ambito burocratico, perché troppe volte non riusciamo a dare risposte concrete, a causa di procedimenti che ostacolano la capacità di risposta alle richieste dei cittadini”  

In breve i Sindaci di Firenze, Civitavecchia, Imola, Cosenza, Siracusa, Todi, Oderzo

Dario Nardella  Sindaco di Firenze

 “Nel novembre 2017 abbiamo approvato un regolamento finalizzato alla cura, alla rigenerazione e alla gestione di beni pubblici, sui quali associazioni e singoli cittadini possono proporre all’amministrazione patti di collaborazione”. Prendersi cura degli spazi condivisi vuol dire anche dare nuova forma e contenuto all’idea di cittadinanza, per questo su iniziativa del Comune di Firenze e poi supportata da Anci, “abbiamo lanciato la proposta di legge sull’educazione alla cittadinanza che ha raccolto 78mila firme, ben più delle 50mila necessarie affinché cominci l’iter parlamentare per far diventare legge l’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza”.

“L’autonomia , aggiungo, è un tema troppo serio per essere lasciato solo alle istituzioni nazionali, vi chiedo ‘ascoltate prima i sindaci’ perché il regionalismo non può essere assunto come forma di discriminazione tra cittadini dei comuni”.

Antonio Cozzolino  Sindaco di Civitavecchia

 “Il bene comune scuola ha bisogno di spazi adeguati da poter vivere. Lo stato degli istituti scolastici del nostro Paese non è dei migliori e Civitavecchia non ha fatto eccezione. Posso però affermare con orgoglio che grossi passi in avanti sono stati fatti grazie alla stretta collaborazione con l’associazionismo locale”.

Manuela Sangiorgi  Sindaca di Imola

“Sono oramai realtà i regolamenti dei Beni comuni, adottati da circa 200 Comuni, verso modelli gestionali collaborativi e partecipativi”.
Gestione condivisa degli spazi urbani vuol dire quindi mettere al centro le persone.

Mario Occhiuto Sindaco di Cosenza

“Dobbiamo tornare al concetto della ‘città-bene comune’, dove si rigenerano gli spazi e si recuperano i beni abbandonati creando un mix di funzioni.     
Città aperte e partecipate su cui è necessario investire anche risorse economiche ed umane, come ha rimarcato il sindaco di Siracusa.

Francesco Italia  Sindaco di Siracusa

che ha portato l’esperienza della sua città che fa parte del network del programma europeo Urbact.
“Iniziative e progetti che puntano non solo alla riqualificazione di aree periferiche della città ma allo stesso tempo contribuiscono ad attivare percorsi di inclusione sociale. Esperienze che segnano anche un cambio di passo nel modo di amministrare i territori”.

Antonio Ruggiano Sindaco di Todi

“I sindaci affrontano concretamente i problemi dei cittadini, e lo fanno in piena sinergia”. E così sono nate le esperienze della Pro Todi, “una delle pro loco più antiche dell’Umbria, che si è assunta il ruolo di custode, sorvegliante e conservatrice di alcune delle sale museali più belle della nostra città”, ma anche molte pratiche di cura condivisa del verde urbano.

Maria Scardellato Sindaca di Oderzo

“Prendersi cura dei beni comuni significa  dare ai Comuni l’autonomia finanziaria, di entrata e di spesa, sancita dall’articolo  119 della Costituzione”       

“Dopo cinque anni, verrà trasferita al Comune di Oderzo la proprietà di una porzione di una ex caserma, come era previsto dal federalismo demaniale. Non ci mancano certo le idee per la valorizzazione del bene ma abbiamo sicuramente bisogno di sostegno finanziario”.

Discorso del Presidente dell’Anci e Sindaco di Bari Antonio Decaro     

ANTONIO DECARO

“Sono commosso nel vedere tutte queste fasce tricolore in quest’Aula. E a nome dei sindaci voglio esprimere grande apprezzamento per la presenza a quest’incontro del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La ringraziamo, e siamo felici della sua partecipazione, testimonianza dell’attenzione del governo nei confronti dei Comuni italiani e delle istanze di noi sindaci. Attenzione che in questi mesi si è concretizzata in pratiche di dialogo e di confronto con l’associazione nazionale dei Comuni, e che ha portato alla risoluzione di non pochi problemi”  “Noi sindaci vogliamo partire da quei legami che tengono insieme le nostre comunità, quei legami che tessiamo ogni giorno perché conosciamo bene qual è il prezzo da pagare per uno strappo. Per questo siamo qui con ago e filo, pronti a tessere la grande tela del nostro Paese. Un capitale sociale dal quale dipende il futuro di tutti noi”. “Ed è per questo  che non posso non sottolineare le difficoltà burocratiche in cui vivono gli oltre 5mila Comuni italiani, luoghi in cui si è a contatto quotidiano con i propri cittadini e con le loro esigenze”.


Parlando poi del tema della giornata, i beni comuni e l’amministrazione condivisa, Decaro ha rimarcato come non ci si possa più accontentare “di confinare il contributo dei cittadini alla gestione partecipata di un piccolo parco o alla rigenerazione di un immobile abbandonato. L’enorme patrimonio di energia virtuosa che viene dal basso, merita di essere canalizzata verso obiettivi più ambiziosi: la pianificazione di politiche complesse di impatto globale. Sta a noi individuarne forme normative e mezzi più adeguati. Oggi – ha continuato – raccontiamo storie di partecipazione, rigenerazione e gestione condivisa dei beni comuni scritte nei Comuni con i cittadini, veri attori dei nostri territori, sono tante e diverse”. “Per comprendere cosa fa di un bene comune una reale risorsa per la comunità  occorre partire dall’assunto base per cui un bene comune spesso viene identificato come un bene di nessuno. Al contrario, la lezione più grande che possiamo condividere con le nostre comunità è che un bene comune è un bene di tutti: cioè, un bene di cui ognuno può usufruire e alla cura del quale tutti devono contribuire”. “I sindaci vogliono continuare a tessere la tela del nostro Paese- ha quindi concluso – da quale dipende il futuro di tutti noi e quindi delle comunità e di tutto il Paese”.

 CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE

“I vostri interventi attestano come la riflessione sui beni comuni non possa più essere confinata nel dibattito scientifico ma deve entrare in quello politico. Ed è una categoria che ispira la vostra azione di governo locale. La nozione di bene comune è intimamente connessa al disegno costituzionale: come diceva Stefano Rodotà costituisce una terza via che si inserisce nel binario tradizionale tra pubblico e privato”.
Si delinea così, a partire soprattutto dalle esperienze dei Comuni, un nuovo rapporto di collaborazione tra cittadini e istituzioni. “Da questo punto di vista, l’esperienza che Voi Sindaci ci avete restituito oggi, e lo dico anch’io è bellissimo vedere tutti questi colori, il nostro tricolore così rappresentato, è particolarmente significativa. Avete testimoniato le innumerevoli volte in cui, nel corso della vostra attività di amministratori, vi siete adoperati per valorizzare beni che erano confinati in una dimensione di fruizione esclusiva affidandoli alle ‘cure’ della comunità sino a trasformarli in luoghi di aggregazione, di promozione di attività culturali, sociali, anche economiche”.
Un rapporto di collaborazione che ha contribuito a rafforzare i legami sociali, a costruire il senso di comunità. “L’effetto immediato di queste iniziative è stato la valorizzazione di un bene. Certo, ma l’ulteriore effetto è il conseguente sviluppo del ‘senso di comunità’, che si articola attorno all’obiettivo del recupero di quel bene. Si tratta di un modo quindi, e l’avete anche detto, in molti interventi lo ho colto, per rafforzare il legame sociale, l’impegno civile, la partecipazione democratica”.
 “Dobbiamo valorizzare l’esperienza concreta che voi state vivendo e ci state restituendo e affinare gli strumenti giuridici e istituzionali per valorizzare i beni comuni. Ci avete parlato di ‘regolamenti’ e di ‘patti’. So che molte amministrazioni locali si sono già dotate di ‘Regolamenti dei beni comuni’, attivando patti di collaborazione con i cittadini e associazioni, oppure integrando addirittura in alcune volte e in alcuni casi gli statuti comunali. Ebbene i regolamenti dei beni comuni risultano adottati in circa 200 realtà amministrative”.
“L’attenzione ai beni comuni è un passo ulteriore verso la formulazione di quello che ho definito in varie occasioni “nuovo umanesimo”, di cui la politica ha bisogno per recuperare un rapporto di vera fiducia con i cittadini. Il presidente Decaro ha parlato di fiducia, è un concetto chiave. Lo sottolineo”.

(fonte Anci)

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