Il Comitato di sicurezza finanziaria (CSF), presieduto dal Direttore Generale del Tesoro, pubblica l’aggiornamento dell’Analisi nazionale sui rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo (National Risk Assessment – NRA), la cui prima edizione risale al 2014.
12.06.2019 – L’analisi, i cui dati si riferiscono al periodo 2014-2018, è stata condotta da un gruppo di lavoro composto dalle autorità partecipanti al CSF, da altre amministrazioni con competenze specifiche su temi di interesse, insieme al Ministero del Lavoro e all’Agenzia Italiana per la cooperazione e lo sviluppo e rappresentanti della Presidenza del consiglio dei ministri. L’analisi ha inoltre beneficiato della collaborazione dell’Istat, di studiosi e rappresentanti del mondo accademico, e del contributo degli ordini professionali e delle associazioni private rappresentative delle categorie interessate.
Obiettivo dell’analisi è duplice: da una parte la valutazione del livello di rischio riciclaggio e di finanziamento del terrorismo in Italia, attraverso l’individuazione delle minacce e delle criticità presenti nel sistema economico-sociale nazionale; dall’altro la valutazione dell’efficacia del regime anti-riciclaggio e di contrasto del finanziamento del terrorismo nelle diverse fasi (preventiva, investigativa e repressiva) che riduce i rischi individuati.
Emerge un quadro sostanzialmente in linea con la precedente rilevazione: in Italia, infatti, la valutazione del rischio riciclaggio è “molto significativa”, ovvero nel gradino più alto della scala a 4 valori adottata per l’analisi per alcuni fenomeni di fondo presenti nel paese. Per quanto attiene invece il finanziamento del terrorismo (sia di matrice nazionale che internazionale), questo è ritenuto “abbastanza significativo”
Alla base di tale valutazione in particolare si ritrovano i fattori di contesto che permeano il sistema economico: l’uso ancora molto diffuso del contante e il ruolo della cosiddetta economia non osservata (sommerso economico e attività illegali).
In relazione all’economia non osservata, l’Analisi, che ha beneficiato dell’apporto dei dati Istat del Report 2018, ha rilevato che questa valeva, nel 2016, circa 210 miliardi di euro, pari al 12,4 % del PIL. Il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro, quello connesso alle attività illegali (droga, prostituzione e contrabbando di sigarette, incluso l’indotto) a circa 18 miliardi
L’uso del contante si conferma ancora generalizzato e continua a presentare un fattore contestuale di rischio per il riciclaggio e l’evasione fiscale.
Pertanto, in relazione al riciclaggio, tali criticità ampliano la minaccia che proventi di reato, ancorché in misura non specificamente definita, siano reinseriti nel circuito economico-finanziario domestico.
Per quanto attiene invece il terrorismo, i fattori di contesto evidenziati rendono particolarmente complessa l’individuazione dei flussi finanziari destinati al suo finanziamento, in quanto esigui in termini di valore e con origine tipicamente lecita.
L’analisi valuta poi l’efficacia del sistema nazionale per prevenire, reprimere ed investigare il fenomeno del riciclaggio di denaro per fini illeciti. A questo proposto emerge che il sistema Italia nel suo complesso, fermi restando i rischi rilevati, è ritenuto capace di rispondere ai rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
I presidi di prevenzione e repressione nazionali di tali fenomeni sono riconosciuti, anche a livello internazionale, pienamente adeguati e ulteriormente rafforzati, grazie alle modifiche normative intervenute successivamente alla prima analisi nazionale dei rischi del 2014.
Sulla base degli esiti di questa nuova analisi nazionale dei rischi riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, il CSF continuerà a lavorare per individuare nuove linee di intervento, fra cui prioritaria la collaborazione con le autorità competenti e il settore privato, che possano rendere ancora più efficacia la prevenzione del rischio di riciclaggio in Italia.