Di seguito alcuni passaggi:
Roma, 11/09/2019 “ Centocinquant’anni sono una lunga storia che gli editori, gli stampatori, hanno avuto la capacità di costruire insieme ai tanti autori – poeti, narratori, scienziati – a cui hanno dato la possibilità di esprimersi, di far conoscere il frutto della loro creatività e i risultati della loro scienza e dei loro studi.
I libri – i classici, i romanzi, i saggi, i manuali per la scuola, i volumi per le università – sono stati vettori di sviluppo e di diffusione della cultura del nostro Paese.
È anche una storia di libertà. Libertà che vuol dire anche confronto, dialogo, apertura di orizzonti.
Sappiamo tutti che in latino liber-libro e liber-uomo libero sono due etimi differenti: da un lato, l’interno della corteccia degli alberi su cui scriveva, dall’altro la condizione di libertà.Ma l’identità del suono trasmette una suggestione davvero molto grande: avvicina i libri alla libertà.
È una storia anche di crescita civile. I libri sono stati un presidio per la difesa della libertà e dei diritti. La storia del nostro Paese, dal Risorgimento alla costruzione dell’unità, alla Resistenza, alla Repubblica non è immaginabile senza il contributo dello sviluppo culturale che libri hanno arrecato al nostro Paese.
Una comunità si sviluppa, crescendo, attraverso la ricerca oltre i confini di quello che già si conosce, attraverso la comprensione dei sentimenti, l’osservazione del mondo; esprimendo idee nuove, pensieri critici, chiavi interpretative nuove. I libri sono stati e sono propulsori di questa crescita del nostro Paese.
I prossimi centocinquant’anni saranno un’avventura affascinante, in ampia misura inimmaginabile per noi.
Ma della lettura avremo sempre bisogno. Si affermerà sempre. La forza della cultura è insuperabile, in tutte le sue varie espressioni, con tutti i mezzi che vi sono e vi saranno.
Certo, da imprenditori, vi occupate, necessariamente, anche di questioni materiali che possano rendere i vostri lavori e i vostri prodotti più facili da distribuire e più agevoli da acquistare per il pubblico.
La politica, le istituzioni, hanno il dovere di confrontarsi con voi e di approntare le misure più idonee per diffondere i libri e per far sviluppare la lettura.
Voi editori siete imprenditori di una particolare specie, con una particolare missione.
È tempo di riapertura delle scuole; questi sono i giorni dei libri di testo. Tante famiglie si stanno misurando con le difficoltà di assicurare ai propri figli tutto quel che occorre per l’istruzione.
L’istruzione dei ragazzi è interesse primario della Repubblica. Desidero quindi sottolineare il valore sociale – l’alto valore sociale – dei libri di testo.
Va ricordato alle pubbliche istituzioni e, insieme, va richiamata la necessità di scelte editoriali coerenti con quel valore sociale.
Non tutto quello che c’era da scrivere e da pubblicare è stato già pubblicato e scritto. Anche per l’editoria vi è sempre un giacimento inesplorato da scoprire, nuovi autori da far emergere. Si tratta di potenzialità che il diffondersi della lettura e della cultura può accrescere ulteriormente.
Vale come un augurio per voi. Ma anche come un incoraggiamento: il vostro lavoro è strumento di libertà e di crescita civile”.