di Sabrina Artissi –
Judit Polgar è considerata nella storia degli scacchi la miglior giocatrice donna di sempre, riuscendo a sconfiggere molti campioni quali Garry Kasparov, Anatoly Karpov, Vieswanathan Anand, Vladimir Kramnik, Veselin Topalov e così via.
Buongiorno Judit. Le manca l’atmosfera dei tornei di scacchi?
No, è qualcosa che ho vissuto fino a qualche anno fa e comunque adesso seguo i campionati mondiali come cronista ad esempio a Londra tra Carlsen e Caruana lo scorso settembre.
Lei divulga il gioco degli scacchi in tutto il mondo e promuove gli scacchi tra i ragazzi anche giovanissimi educandoli al rispetto delle regole e dell’avversario. A soli 12 anni ha conquistato titoli importanti e a 15 anni era già Grande Maestro. Come si diventa piccoli campioni?
Ci vuole innanzitutto il talento da parte dei ragazzi, ma anche impegno dei genitori a portarli nel week-end ai tornei e a fare lezioni private con maestri di scacchi e così via. E’ anche un impegno economico da parte delle famiglie inizialmente. I miei genitori si sono impegnati moltissimo con me e con le mie sorelle
In Ungheria e Cina è stato adottato il programma Judit Polgar Chess Palace per le scuole che Lei ha ideato. In cosa consiste e si potrebbe applicare in Italia.
Si, è un bellissimo progetto che andrebbe adattato alla realtà italiana così come l ‘abbiamo adattato per la Cina.
Consiste nell’introdurre nelle scuole questo metodo educativo, unico che va oltre l’insegnamento tradizionale degli scacchi e diventa un vero strumento di apprendimento interdisciplinare potenziato in questa nostra realtà digitale. E in questo contesto il giocare a scacchi non è l’obiettivo ma lo strumento, che porta anche valenze in campo decisionale in termini di rapidità e intelligenza.
Le interesserebbe entrare in politica come hanno fatto altri illustri scacchisti quali ad esempio Kasparov?
Credo che la politica sia incompatibile con il ruolo di Vice Presidente Onorario che ho assunto alla Fide. Quindi attualmente non è di mio interesse.
Le piace soggiornare in Italia?
Vengo sempre volentieri in Italia, sia per le bellezze artistiche che per il cibo.