CAMERA, 13 OTTOBRE 2022 : APERTURA DELLA XIX LEGISLATURA
Riportiamo il saluto del Presidente provvisorio Onorevole Ettore Rosato cui fa seguito il discorso del nuovo Presidente eletto Onorevole Lorenzo Fontana
Presidente On. Ettore Rosato: “Care colleghe e cari colleghi, è per me un grande onore aprire oggi i lavori della XIX legislatura della Camera dei deputati. Lo faccio provando insieme a voi il forte senso di responsabilità che ciò comporta, in particolare in questo tempo così complicato, reso tale prima dalla pandemia, poi dalla guerra scatenata dalla Russia e dalla crisi energetica ed economica che stiamo attraversando. È compito primario anche di questa istituzione costruire un orizzonte di speranza.
Permettetemi, in apertura della seduta, di rivolgere il saluto dell’Aula al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella , cui siamo grati per il ruolo di supremo garante della vita democratica del Paese e di alta espressione della coesione nazionale che ha interpretato e sta interpretando con autorevolezza e saggezza anche in questo tempo di grave emergenza per il Paese.
Vorrei anche indirizzare il saluto dell’Assemblea al Presidente della Camera della scorsa legislatura, il Presidente Roberto Fico, e a tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza, con i quali ho avuto l’onore di collaborare in questi quattro anni di mandato, a cominciare dai Vicepresidenti, Fabio Rampelli e Mara Carfagna, che ritrovo in quest’Aula, e i Vicepresidenti Maria Edera Spadoni e Andrea Mandelli.
Vorrei ringraziare anche i diversi Governi della XVIII legislatura, il Presidente Giuseppe Conte, oggi neodeputati. Un ringraziamento particolare va al Presidente Mario Draghi, che sta guidando e ha rianimato con competenza ed efficacia il nostro Paese in questa complessa congiuntura.
Permettetemi inoltre di ringraziare anche le colleghe e i colleghi che hanno preceduto questa Assemblea, quelli rientrati, ma in particolare coloro che non si sono ricandidati o non sono risultati eletti, e tutto il personale di Montecitorio, a cominciare dal Segretario generale Fabrizio Castaldi, che hanno assicurato sempre ai deputati di poter svolgere i propri compiti anche nelle fasi più acute dell’emergenza pandemica, con straordinaria competenza e professionalità, che solo chi lavora in questo luogo può conoscere e apprezzare in modo compiuto.
Rivolgo infine il nostro augurio alla senatrice Liliana Segre , che a breve presiederà la prima seduta del Senato della Repubblica e a tutti i suoi colleghi, con i quali in questi anni saremo chiamati ad una collaborazione straordinaria.
Questa legislatura si apre in un contesto storico di assoluta complessità. L’Europa è spaventata da una guerra di cui non si intravede la fine. L’invasione russa dell’Ucraina ha trascinato il nostro continente in “una spirale di violenza e di morte”, come l’ha definita Papa Francesco, cui va il nostro saluto e la nostra riconoscenza per la sua continua opera a sostegno della pace.
Il nostro Paese è stato da subito protagonista nelle scelte che la maggioranza delle democrazie di tutto il mondo, la NATO e l’Unione europea hanno adottato per il pieno sostegno all’Ucraina e al suo popolo. E oggi, oltre a confermare e consolidare quel sostegno, sentiamo la responsabilità di continuare a esercitare un forte ruolo nella ricerca di una via diplomatica che fermi l’aggressione, che tuteli l’integrità territoriale dell’Ucraina e che sia alternativa allo spargimento di sangue.
Al dolore per le migliaia di vittime e per le distruzioni a cui ogni giorno assistiamo, si aggiungono gli effetti drammatici della crisi economica che ne sta derivando. Le famiglie e le imprese italiane sono come non mai preoccupate che il costo e l’approvvigionamento dell’energia rappresentino un problema strutturale. Da questa istituzione deve arrivare una risposta adeguata, che sappia riaccendere quella speranza e quella voglia di ripartire che dopo la pandemia aveva attraversato con forza il nostro Paese.
Tutti noi ci auguriamo di superare presto le emergenze.
Questi anni richiederanno alla politica un lavoro complesso, a cominciare dall’attuazione del PNRR, che non è solo un elenco di opere e progetti, ma un piano articolato di riforme che il Parlamento si è impegnato a realizzare e che possono rappresentare un’occasione straordinaria per la modernizzazione del nostro Paese e in particolare del Sud.
Questa legislatura nei propositi di tutte le forze politiche può essere anche quella in cui si mette con successo mano alle riforme istituzionali di cui il nostro Paese ha bisogno. Lo faremo in un Parlamento in cui la responsabilità degli eletti risulta in un certo senso ancor più accresciuta rispetto al passato per effetto del taglio del numero dei parlamentari che oggi diventa operativo.
La diminuzione della rappresentanza parlamentare sotto il profilo numerico implica un accresciuto impegno da parte del nuovo Parlamento e di ognuno di noi.
“Ogni giorno il Parlamento rischia di diventare vecchio, ogni giorno, perciò, ciascuno con le sue forze è chiamato a battersi per un Parlamento che sia veramente l’Assemblea in cui si riconosca la comunità nazionale e lo strumento primario di partecipazione dei cittadini alla complessiva vita dello Stato”. Con queste parole, risalenti ad oltre 50 anni fa, ma ancora straordinariamente attuali, Virginio Rognoni (scomparso il 20 settembre scorso), insieme ai colleghi Aldo Bozzi e Lucio Mario Luzzatto, relatori del progetto di riforma del Regolamento della Camera, sintetizzavano efficacemente lo spirito con il quale tutti i gruppi parlamentari devono concorrere proficuamente ai lavori dell’Assemblea.
L’autorevolezza ed il prestigio del nuovo Parlamento si misureranno proprio su questo terreno, sulla capacità di decidere e rappresentare, rispondendo alle grandi sfide che investono l’Italia, l’Europa e il mondo intero, che richiedono visioni di ampia prospettiva, frutto di discussioni significative ed importanti, frutto di ricerca, di dedizione e di assiduità, non di superficialità o di improvvisazione, e che restituiscano all’opinione pubblica il gusto per la “buona politica”.
È compito del Parlamento, di questo Parlamento eletto in una stagione segnata dalla pandemia e dalla guerra, fare leva sulle volontà delle italiane e degli italiani di ripartire, di ricostruire, valorizzando la ricchezza e la molteplicità dei “mondi vitali” rappresentati dai corpi intermedi del nostro Paese, aprendosi ad essi, studiando le forme più intelligenti attraverso le quali la rappresentanza parlamentare possa confrontarsi con l’Italia dell’innovazione, l’Italia che sa essere leader nel mondo, l’Italia del volontariato e del Terzo settore, delle professioni e dell’impresa, ma anche con quell’Italia profonda delle periferie, delle disuguaglianze, delle marginalità.
Il criterio di discernimento di ogni nostra scelta non può prescindere dal chiederci quale Paese vogliamo costruire per e con i nostri giovani. La nostra ansia deve essere sempre cosa lasciamo alle generazioni dei nostri figli e dei nostri nipoti. Per questo siamo chiamati a rianimare un loro protagonismo fattivo nei processi politici e decisionali del Paese, nei luoghi dell’educazione e del lavoro.
Il tema della rappresentanza non riguarda solo il nostro Paese, ma investirà sempre più l’Unione europea, la nostra Casa comune che in questa legislatura, più che in passato, saremo chiamati a difendere, rafforzare e rinnovare. Una Casa che è nata da una visione lucida e preveggente di tre grandi protagonisti del percorso di integrazione europea: Adenauer, De Gasperi e Schuman.
Proprio il 23 luglio di quest’anno abbiamo celebrato i settanta anni dall’entrata in funzione del primo organismo sovranazionale europeo, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Oggi abbiamo bisogno della stessa visione e della stessa concretezza, perché il nostro continente, che ha beneficiato di decenni di crescita, di prosperità e di pace, subisce i colpi di una gravissima crisi che rischia di devastare in profondità il nostro tessuto sociale ed economico.
Di fronte alle urgenze che ci apprestiamo ad affrontare, l’impegno del Parlamento deve essere quello di rispondere con forza e unità: le istituzioni devono essere, infatti, il luogo della ricomposizione, non solo della rappresentazione degli interessi di parte, dei tanti e diversi bisogni della società, perché il Paese si attende da tutti noi risposte efficaci, solidarietà e spirito di coesione.
La vera sfida che ci attende sarà quella di vivere il mandato parlamentare con questo senso di profonda sintonia con i nostri cittadini. Solo se saremo capaci di definire soluzioni legislative aperte al futuro sconfiggeremo quel senso di esclusione e di indifferenza dell’elettorato che è alla base del forte astensionismo evidenziatosi anche alle ultime elezioni politiche. Un allarme da non sottovalutare e che impone un supplemento di attenzione da parte dei partiti, per affrontare le cause profonde della disaffezione alla politica. L’astensionismo si può combattere: la politica deve essere capace di moderare i toni e di misurare e calibrare gli annunci della campagna elettorale, ma soprattutto deve essere conseguente nei fatti rispetto agli impegni assunti con i cittadini.
Consentitemi, infine, di sottolineare con forza un altro aspetto profondamente negativo che non possiamo di certo ignorare: il numero di donne elette in questa legislatura è drammaticamente basso, in controtendenza con quanto avvenuto nelle precedenti dal 2001 ad oggi, nelle quali avevamo assistito a una crescita costante della loro rappresentanza.
Questo dato ci richiede di inserire nell’agenda politica il tema della piena partecipazione e del protagonismo delle donne alla vita pubblica. Non possiamo certo ritenere sufficiente un rispetto formale di un principio di pari opportunità. La Costituzione ci impone di lavorare per assicurare una parità di genere sostanziale all’interno delle istituzioni.
Nel concludere voglio rivolgermi ai colleghi che per la prima volta entrano alla Camera dei deputati. Mi permetto di rifarmi alla mia esperienza di tanti anni nelle istituzioni nazionali.
Il primo giorno in quest’Aula si vivono diverse e profonde emozioni, uniche per chi ama la politica, anche consapevoli dell’importanza del luogo dove ci troviamo. Conservatele, fatene tesoro, a me sono sempre servite.
Tra questi scranni è stata scritta la storia dell’Italia, qui sedeva l’Assemblea che ha redatto la Costituzione, in questo Palazzo è stata proclamata la Repubblica, i posti che oggi occupiamo sono stati onorati dalle madri e dai padri della nostra democrazia. Quando andremo a svolgere il nostro mandato parlamentare, preserviamo sempre grande rispetto per questa Assemblea e per ciò che essa significa per il nostro Paese.
Care colleghe, cari colleghi, il 25 settembre, con il loro voto, gli italiani hanno dato una maggioranza chiara al Paese che qui è rappresentato. L’augurio che rivolgiamo al prossimo Governo, a chi verrà, da parte sia di chi lo sosterrà che da parte di chi ne sarà all’opposizione, è che faccia bene il suo lavoro. Perché vogliamo tutti qui il meglio per il nostro Paese, perché l’interesse dell’Italia deve essere l’unico che muove la nostra azione quotidiana, adempiendo sempre al nostro compito come prescrive la Costituzione con disciplina e onore.
Buon lavoro a tutti noi!“
Al quarto scrutinio del 14 Ottobre 2022, il Presidente Rosato comunica il risultato della votazione per l’elezione del Presidente della Camera:
Presenti e votanti ..……………… 392
Maggioranza assoluta dei voti …. 197
Hanno ottenuto voti: Lorenzo Fontana 222; Guerra 77; Cafiero De Raho 52; Richetti 22.
Voti dispersi ……………… 2
Schede bianche …….……. 6
Schede nulle ………..……. 11
Il Presidente, On. Ettore Rosato, proclama eletto Presidente della Camera l’onorevole Lorenzo Fontana e lo invita ad assumere la Presidenza facendogli i migliori auguri per il suo lavoro.
Insediamento e discorso del Presidente della Camera Lorenzo Fontana
“Onorevoli colleghi, è con forte gratitudine e grande commozione che mi rivolgo a voi per ringraziarvi per la fiducia espressa nei miei confronti, sia a coloro i quali hanno votato per me e, comunque, anche a coloro i quali non hanno votato per me.
Il Parlamento rappresenta la più alta e significativa manifestazione della rappresentanza democratica, e sarà un grande onore per me dirigerne i lavori.
Desidero rivolgere un vivo e autentico saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ,perno della nostra Nazione, fondamentale garante della nostra Costituzione e custode dei suoi valori fondamentali, e all’intera Corte costituzionale.
Desidero congratularmi con il neoeletto Presidente del Senato Ignazio La Russa, certo dei validi e proficui rapporti che si avvieranno in questo principio di legislatura.
Parimenti rivolgo un saluto al Segretario generale e a tutti i funzionari e dipendenti della Camera, con i quali sono certo intratterrò una fruttuosa sinergia.
Desidero poi indirizzare il mio saluto anche al mio predecessore Roberto Fico, ringraziandolo per l’impegno profuso nello svolgimento del suo mandato e nella direzione dei lavori parlamentari.
Voglio dedicare un primo saluto al Pontefice Francesco, che rappresenta il riferimento spirituale della maggioranza dei cittadini italiani e promuove il rispetto dei più alti valori morali nel mondo, a partire dal rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali umani, e che sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza uguali.
Infine, permettetemi un ringraziamento personale all’onorevole Umberto Bossi, senza il quale non avrei mai iniziato la mia attività politica, e, visto che è anche un nostro collega, lo ringrazio personalmente.
Al pari dei miei predecessori sono giunto alla Camera per promuovere il bene comune per i cittadini, esprimendo i valori e gli ideali che orientano le azioni politiche. Il mio impegno sarà di rappresentare e coadiuvare l’azione parlamentare di tutti gli onorevoli deputati, nel rispetto assoluto della parità dei diritti per tutti i deputati della Repubblica, siano essi appartenenti alla maggioranza o all’opposizione.
La legislatura che sta iniziando dovrà avere il compito di riaffermare il ruolo centrale del Parlamento quale luogo delle decisioni politiche. Dopo la parentesi imposta dalle emergenze che hanno attraversato la scorsa legislatura e che, purtroppo, in parte, sono tali ancora oggi, è necessario che il Parlamento riacquisti la consapevolezza della sua funzione costituzionale, che è primariamente quella della definizione delle regole che impegnano tutti i cittadini. La rinnovata centralità del Parlamento rafforza anche il ruolo della politica e dei rappresentanti del popolo, che hanno appena ricevuto il loro mandato elettorale.
In questo rinnovato contesto, il ruolo del Presidente è quello di farsi garante del processo dialettico che deve essere alla base dell’elaborazione delle decisioni pubbliche e che sono tanto migliori se alle stesse hanno contribuito, nel rispetto, ovviamente, del loro ruolo, anche le forze parlamentari non di Governo. La Camera dei deputati rappresenta le diverse volontà dei cittadini italiani che si sono recati al voto per eleggere i rappresentanti più vicini ai loro parametri valoriali e alle proprie necessità.
La nostra è una Nazione multiforme, che parte dalla geografia più variata fino alle diverse realtà storiche, culturali e territoriali che l’hanno formata e resa il grande Paese che è oggi. La ricchezza dell’Italia risiede proprio nella sua diversità e il compito delle istituzioni italiane è proprio quello di sublimare tali diversità, di valorizzarle anche attraverso le autonomie, nelle modalità previste e auspicate dalla Costituzione.
Il ruolo del Parlamento, sia all’interno delle Aule che nella rappresentanza esterna, non deve prescindere dalla valorizzazione delle diversità e non deve cedere all’omologazione. L’omologazione è uno strumento dei totalitarismi, delle imposizioni centrali sulle espressioni della volontà dei cittadini. Il Beato Carlo Acutis disse: “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”; era un ragazzo di 15 anni. L’Italia deve dare forza alla propria peculiare natura, senza omologarsi a realtà estere più monolitiche e a culture che non diversificano. Vedete, la diversità non è rottura, la diversità non è indice di superiorità di alcune realtà su altre viste erroneamente come inferiori, ma è espressione di democrazia e rispetto della storia. La ricchezza dell’Italia e la ricchezza dell’Europa stanno proprio nella diversità.
Come ricordato dal Presidente Mattarella recentemente, il ruolo e lo spazio delle autonomie sono decisivi. Il pluralismo delle istituzioni e, aggiungo io, nelle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione, come abbiamo visto nel corso dell’emergenza pandemica, rafforza la democrazia e la società. Dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la qualità della nostra democrazia. Dobbiamo rispondere all’appello del Presidente e portare avanti un alto spirito di collaborazione per affrontare le forti problematiche che affliggono e spaventano i cittadini italiani.
Il Presidente di un’Assemblea parlamentare è necessariamente anche il garante delle minoranze presenti in quell’organismo. Solo tutelando le prerogative delle minoranze può dirsi rispettato il principio che è alla base di tutte le Assemblee parlamentari, per il quale alle decisioni da assumere devono contribuire tutte le componenti rappresentate, nel pieno rispetto delle regole formali che il Parlamento si è dato.
Ci sarà bisogno di una rinnovata attenzione sulla qualità delle leggi che questo Parlamento sarà chiamato a elaborare. Leggi oscure o comunque imperfette si traducono in costi per il cittadino, dispendio di energie, risorse, tempo e obiettivi mancati e, nei casi più gravi, negazione stessa di diritti. Su questo punto sarà necessaria una netta inversione di tendenza anche nel rapporto tra il potere normativo del Governo e quello parlamentare, poiché quest’ultimo è quello che più di tutti garantisce, con il suo processo formale che vede la partecipazione di una pluralità di soggetti istituzionali, una giusta mediazione sulle decisioni assunte.
Viviamo in un momento di grande inquietudine, con la guerra alle nostre porte, la crisi internazionale e la crisi economica. È un momento in cui le istituzioni e, in particolare, il Parlamento devono rappresentare un faro di sicurezza e serietà, ancor più che in altri momenti storici.
Ai miei colleghi tutti auguro di vivere questa legislatura con la serietà e la sobrietà che il momento richiede. I cittadini ci chiedono risposte urgenti, risposte a problemi impellenti, primo fra tutti la povertà, una parola che credevamo per la gran parte dei nostri cittadini lontana, una realtà che parte dai ricordi dei nostri nonni e che sta, purtroppo, bussando alla porta delle famiglie e delle imprese. La paura del futuro e l’insicurezza minacciano il nostro Paese, il suo benessere e il suo futuro.
Con grande emozione e orgoglio volevo ricordare che vengo da un quartiere popolare della mia città, Verona. Il mio quartiere è uno di quei quartieri in cui il destino sembrava segnato già in partenza e posso dire per certo che è quando si smette di credere, di sperare e di immaginare un futuro migliore che ci si ferma.
Noi abbiamo il dovere di offrire agli italiani la realtà di un futuro possibile, l’orgoglio di un Paese che è tra le sette maggiori economie del mondo, Paese fondatore dell’Unione europea, creatore di bellezza e di gusto, con il patrimonio artistico più invidiato al mondo.
Gli italiani hanno saputo rialzarsi dalla distruzione e dalle rovine della Seconda guerra mondiale e costruire uno spazio di democrazia, di libertà e di benessere economico, grazie anche alla loro immensa creatività e ingegnosità che ci ha resi famosi e apprezzati in tutto il mondo. Serve recuperare un po’ di orgoglio di quello che siamo .
L’attuale periodo storico prevede a sua volta un altro sforzo per rialzare l’Italia. Non posso non rammentare a noi tutti che la legislatura che si apre dovrà affrontare temi fondamentali per il presente e per il futuro del nostro Paese: la definitiva uscita dalla crisi pandemica, la prosecuzione nell’impegno per la ricerca della pace nel generale quadro della comunità internazionale e nei rapporti fra Ucraina e Russia, il rinsaldarsi della partecipazione dell’Italia, quale Stato fondatore, all’Unione europea, a cominciare dal rispetto degli impegni assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la risposta alla crisi economica e sociale dei territori e, in primis, all’aumento dei costi dei beni primari e delle fonti naturali nonché il contrasto all’inflazione e al caro energia.
Mi accingo a svolgere l’alto incarico a cui mi avete chiamato con questa consapevolezza, con profondo senso di responsabilità e avendo come punto di riferimento i princìpi della nostra Costituzione, che pongono al centro dell’attività politica la promozione e la tutela della persona, una promozione e una tutela che richiedono una leale collaborazione tra le istituzioni in un impegno sinergico a cui sempre mi atterrò, soprattutto in un momento storico così complesso che impone la massima coesione politica e sociale.
Gli eventi molto gravi e drammatici che hanno messo a dura prova il Paese e le sue istituzioni ci richiamano al valore dell’unità nazionale intesa nel significato più alto che la Costituzione le ha assegnato, volto a garantire l’uguaglianza e la coesione sociale. Il Parlamento, oggi più che mai, deve essere luogo di iniziativa, stimolo, confronto e incontro delle volontà politiche del Paese e assolvere in questo modo la sua altissima funzione di guida. Fare questo con rigore, con dedizione e impegno significa attuare la Costituzione repubblicana e renderla operante e ispiratrice della vita del Paese.
La Costituzione ci richiama a questo impegno nella prospettiva solidaristica per assicurare a tutti i cittadini la pari dignità sociale. Il nostro Parlamento è chiamato a svolgere un ruolo centrale in questo momento di grande difficoltà quale promotore della tutela dei diritti e degli interessi che sono preordinati alla valorizzazione della persona e dei suoi bisogni e, in particolare, dei più vulnerabili e fragili. La legge deve costituire lo strumento di garanzia del pluralismo degli interessi che le diverse forze politiche rappresentano. Maggioranza e opposizione dovranno dialogare per un proficuo innalzamento del livello di tutela delle persone e dovranno garantire piena collaborazione con gli altri organi costituzionali, nel rispetto dell’autonomia degli stessi e in armonia con le indicazioni che il Presidente della Repubblica ha espresso.
È in un momento come questo che siamo chiamati al massimo impegno e sforzo comune soprattutto per la tutela dei più fragili, così come ho cercato di fare come Ministro per la Famiglia e le disabilità, un’esperienza da cui ho tratto insegnamenti molto importanti, in particolare dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, con cui ho avuto il privilegio di confrontarmi. Nei momenti di crisi, vedete, sono proprio le persone più fragili – e voglio proprio pensare ai 4 milioni di disabili che abbiamo in Italia e alle loro famiglie – che soffrono di più e su questo dovremo sicuramente impegnarci nel migliore dei modi .
Mentre affrontiamo i gravi problemi e le minacce esterne che provano a indebolire il nostro Paese, dobbiamo ricordare quanto ci ha indicato San Tommaso d’Aquino: il male non è il contrario del bene, è la privazione del bene. Il compito, per noi parlamentari, sarà di non privare del bene l’Italia ma, al contrario, lottare per esso con umiltà, serietà e sobrietà. Dobbiamo riportare fiducia, speranza, orgoglio e orgogliosamente rappresentare il popolo più bello e creativo del mondo.
Mi metto al servizio del Paese, dell’Istituzione che lo rappresenta e direttamente dei cittadini. Vi ringrazio per l’attenzione che mi avete dedicato e auspico per tutte le deputate e i deputati un buon inizio di legislatura, che sia proficua, efficiente, rispettosa.”